Pronte le sospensioni per i 45mila operatori sanitari non vaccinati. Palermo (Assomed): “E’ inaccettabile questa cosa”.
ROMA – Sono pronte le sospensioni per i 45mila operatori sanitari non vaccinati. Come riportato dall’Adnkronos, le Asl locali stanno prendendo i nomi delle persone che hanno deciso di non sottoporsi alla prima somministrazione e nelle prossime settimane potrebbero scattare le prime sanzioni nei loro confronti.
Come ribadito dallo stesso premier Draghi, molto probabilmente si arriverà ad una sospensione temporanea fino alla somministrazione, ma non è da escludere una sanzione definitiva se già in passato c’era stato un primo avviso.
Burioni: “Forse hanno bisogno di un lavoro più adatto a loro”
Duro il commento di Roberto Burioni su questi numeri. “Incredibile, doloroso ma indispensabile per la sicurezza dei pazienti – il pensiero sui social del virologo – forse bisognerebbe guidare tutti questi sanitari verso un lavoro differente, più adatto a loro. Quando invoco misure severe contro i non vaccinati (per scelta) vengo attaccato violentemente da persone di estrema destra. Mi stupisco perché il primo vaccino moderno fu reso obbligatorio in Italia nel 1939“.
Palermo: “Su questo noi siamo sempre stati chiari”
Critico ai microfoni dell’Adnkronos anche Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao-Assomed: “E’ possibile che qualcuno abbia aspettato per vedere come si sarebbero comportati gli ospedali. Ma credo, parlo per i medici, che tutti abbiano un’idea ben precisa su cosa vuol dire vaccinarsi contro il coronavirus […]. Per chi è dipendente del Ssn, è inaccettabile non vaccinarsi e su questo siamo stati sempre chiari […]“.
“Per tutto il 2020 – ha aggiunto – abbiamo avuto un eccesso di mortalità pari a 112mila decessi; di questi il 75% è legato al Covid, ma il 25% è frutto del mancato o ridotto accesso alle cure per l’emergenza. Se gli operatori sanitari non si vaccinano, mettono a repentaglio la ripresa delle visite e degli interventi, perché la legge prevede che chi non è immunizzato può essere spostato ad altro incarico non a contatto con il pubblico o di finire sospeso a casa“.